Non accade sovente che un editore intervenga in prima persona all’interno del dibattito pubblico esprimendo impressioni e pareri personali. In genere un editore quando sceglie di intervenire su un argomento lo fa attraverso i suoi libri, dando così voce agli autori che ha scelto che lo rappresentino all’interno del suo catalogo.
Può accadere persino che un editore non sia completamente o addirittura per nulla d’accordo con quanto scritto da un suo autore eppure potrebbe ritenere che la voce di quell’autore sia un contributo importante e significativo al dibattito in corso.
I tempi dei libri però non sono più (o lo sono solo in parte) i tempi delle vicende del mondo. La realtà è diventata sempre più veloce e l’informazione viene consumata (e accantonata) ormai nel giro di qualche ora o al massimo di qualche giorno. Il mondo è diventato veramente più piccolo e coeso e la pubblicazione di un libro ha tempi che spesso non riescono a inseguire la realtà ma rappresenta certamente lo strumento migliore per approfondirne la conoscenza. Pur tuttavia un libro non può essere considerato una sorta di hortus conclusus, il cui orizzonte si esaurisce con la pagina del “finito di stampare”.
Il critico francese Gérard Genette, in un libro molto noto intitolato Soglie, nel costruire una definizione del concetto di paratesto, e nel descriverne gli aspetti che lo compongono, si sofferma sul concetto di “epitesto” che corrisponde a tutti quegli articoli di giornale, conversazioni, interviste e altro dell’autore che a buon diritto possono essere ritenuti parte integrante del testo. Il libro vive così, grazie a questa sua estensione paratestuale, una sua esistenza che potremmo definire “prolungata” nella realtà.
Questo ampio preambolo era necessario per spiegare che cos’è Fattore erre dove “erre” sta ovviamente per “Rubbettino”. Vuole essere il contributo che la casa editrice fornisce al dibattito pubblico su quei temi intorno ai quali ha deciso di costruire il proprio catalogo e lo fa partendo certamente dai libri del catalogo ma dando al contempo agli autori la possibilità di “estendere” la propria riflessione a quegli aspetti legati all’attualità che mutano necessariamente in continuazione.
Fattore erre vuole essere, così come la casa editrice, uno spazio aperto a contributi diversi, uno spazio di libertà in cui visioni talvolta complementari, talvolta opposte, della realtà si incontrano in nome della pluralità di opinioni e del rispetto delle idee.
Florindo Rubbettino