Ognun per sé.

di 6 Dicembre 2024

Il generale stato confusionale in cui galleggiano i rapporti internazionali ha diffuso un riflesso nazionalista, agorafobico, di chiusura al mondo esterno. A difesa anche delle ambizioni, se non degli stessi personali interessi, di esponenti politici che si sono persino intestati i rispettivi partiti.

Nel dissiparsi di quella corresponsabilità in cui la democrazia essenzialmente consiste. Un’erosione di cui approfittano le autocrazie, istigandola, per contrapporsi all’ordinamento internazionale vigente. Ognun per sé, con l’uomo solo al comando. Come appunto nelle autocrazie. Nel riproporsi della ‘servitù volontaria’ che, in pieno Rinascimento, de La Boétie deprecava.

Un fenomeno che ha avuto origine nell’Italia berlusconiana, diffusosi poi globalmente. Fino a Trump, preoccupato soprattutto di difendersi dalle imputazioni fiscali e penali, alla Le Pen che, come Sansone, punta a distruggere il tempio presidenziale, nell’intento di impossessarsene, fino all’Argentina, dove un populista apre le porte ad un anarco-capitalismo non diverso dal modello trumpiano.

L’esasperato nazional-populismo delle estreme contrapposte rende illeggibile ogni possibile percorso politico. Impedendo la ricerca del compromesso democratico più che mai necessario per fronteggiare le odierne sfide economiche e militari. Aprendo larghi spazia alle intromissioni degli antagonisti del ‘mondo libero’. Proprio nel momento in cui le singole nazioni, non essendo più in grado di provvedere singolarmente alle esigenze del momento, avrebbero interesse a coalizzarsi.

Potremmo illuderci che una shock-terapia sia all’opera, a base di molteplici ago-punture, la cui efficacia è però difficilmente prevedibile, per lo sconvolgimento in corso dei principi che reggono la sicurezza complessiva, economica oltre che militare.

Nel venir meno della comunione di intenti invocata al termine di ambedue le guerre suicide del secolo scorso, la globalizzazione si sta mordendo la coda, contraddicendo i suoi stessi propositi democratici.

Una terza guerra mondiale, per quanto ibrida, ‘a pezzi’, è già in atto. Ma, come dimostrato ripetutamente in passato, rispetto alle autocrazie, le democrazie dispongono degli anticorpi per resistervi. 

Purché ne siano consapevoli e lo vogliano.

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