L’Organizzazione delle Nazioni Unitecontinua ad essere denigrata per la sua inconsistenza, tanto in Ucraina quanto in Medioriente.
Trascurando il fatto che non si tratta di un governo mondiale, bensì del veicolo a disposizione di nazioni presumibilmente ‘unite’, appunto, nel perseguimento di un ordinamento internazionale collaborativo.
Uno strumento inclusivo, a struttura orizzontale, non impositivo, impostato gerarchicamente. Sul quale non può quindi essere riversata la responsabilità di risolvere d’autorità quanto spetta invece agli Stati membri. Specie quelli permanenti in seno al Consiglio di Sicurezza, fra i quali latitano la Russia e, meno ostentatamente, la Cina.
La presenza del Segretario Generale dell’ONU, in qualità di osservatore, alla riunione del BRICS in terra russa, diffusamente criticata, andrebbe vista come rivolta ad evitare di consegnarne l’esclusività a Russia e Cina.
A Kazan, associati ad un’aggregazione non istituzionalizzata né omogenea, erano infatti i rappresentati trentasei Stati, fra i quali l’Egitto (co-negoziatore mediorientale) e l’Iran (istigatore di Hamas), l’Etiopia e gli Emirati, persino la Turchia (membro della NATO).
Per Guterres, si trattava quindi soprattutto di contrastare l’affermazione di Xi che l’ha definita “pilastro per promuovere una multipolarità globale”. In implicita contrapposizione al ben diverso ‘multilateralismo’ di cui l’ONU è l’espressione.
Utilmente, Putin ha svelato il suo pensiero, dicendo che “per il Segretario Generale dell’ONU, dovremmo vivere tutti come una grande famiglia; ma purtroppo nelle famiglie ci sono spesso dei litigi”. Riferendosi all’Ucraina, ha aggiunto di essere disposto a “considerare qualsiasi opzione per accordi di pace, purché tengano conto della realtà determinatasi sul campo … Non sono pronto per nient’altro”. Sui suoi rapporti con la Corea del Nord, “quel che facciamo –ha detto- riguarda solo noi!”.
Quali imputazioni si possono rivolgere alle Nazioni Unite quando uno dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, dotato di diritto di veto, nega in tal modo all’ONU ogni legittimità?
Analogamente, in Medioriente, quali responsabilità si possono attribuire all’UNRWA, all’UNIFIL e, più in generale, all’organizzazione universale da cui dipendono, quando sono Hamas e Hezbollah, aizzate dall’Iran, a non essersi attenute alle risoluzioni la cui attuazione dipende dal concorso delle parti in causa?
Sostenere che la riunione del BRICS attorno a Putin costituirebbe la dimostrazione dello schieramento del ‘Sud globale’ contro l’aborrito unilateralismo di Washington, è una forzatura del significato di un’eterogenea aggregazione occasionale. Nella deplorevole, questo sì, fluidificazione dei rapporti internazionali.
Che deve poter essere ancora percorsa da un Occidente, del quale l’ONU rimane la più significativa espressione.