E ora, il Libano…

di 20 Settembre 2024

Nelle intenzioni di chi, alla fine della Grande guerra, si trovò a dover risistemare i brandelli dell’Impero ottomano, il Libano, per l’eterogenea composizione della sua popolazione, avrebbe dovuto costituire un modello di convivenza multi-etnica e -religiosa.

Affidato alle cure della Francia (alla Gran Bretagna fu assegnato il mandato sulla Palestina), la componente cattolica avrebbe dovuto costituirne il collante. Una condizione che l’ha preservato a lungo dai sommovimenti verificatisi invece negli Stati limitrofi. 

Dagli anni Ottanta, travolto dalle mire di una Siria espansionista postasi a capo del ‘fronte del rifiuto’ ad Israele, il ‘Paese dei cedri’ è purtroppo gradualmente precipitato in una guerra civile, alla quale una precaria soluzione costituzionale tripartita fra sciiti, sunniti e cristiani non è riuscita a porre rimedio. 

Una fragilità che ha ora consentito a Teheran di utilizzare Hezbollah nel presentarsi come attore collaterale della crisi a Gaza. Un groviglio che ha reso il Libano la vittima, piuttosto che corresponsabile, della confusa situazione mediorientale. Si diffonde quindi il timore che l’inedita operazione israeliana in Libano (e Siria) possa mandare fuori controllo l’intero Medioriente.

Vi è piuttosto da chiedersi se l’iniziativa israeliana potrà lacerare il velo dietro al quale Teheran si trincera nel perdurante proposito di rendere ineludibile la propria influenza regionale. Se, in altre parole, la lesione inferta alla catena di collegamento fra i militanti sciiti libanesi possa servire a distinguere un Iran che si dichiara intransigente dai Paesi arabi che appaiono invece inclini a normalizzare le loro relazioni con Israele. 

Rimane comunque il fatto che, sentendosi isolato, persino criticato da quanti hanno dimenticato il massacro del 7 Ottobre di un anno fa, l’attuale governo israeliano ritiene di non poter contare che sulle proprie determinazioni. 

Ne dovremmo pertanto dedurre che il persistente stallo dei tentativi diplomatici vada risolutamente superato, nel concorso di quanti, arabi, americani, europei, (russi, cinesi), si rendano finalmente conto di essere parimenti responsabili di quanto poggia da troppo tempo sulle sole spalle di Israele.

Per non parlare del futuro di un Libano cronicamente fragilizzato. E del solco che si allarga fra Oriente, al quale anche Israele appartiene, e Occidente.

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