Stupefacente Italia

di 18 Giugno 2024

“Sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita a stupire e a tracciare la rotta”, ha concluso trionfante il Primo Ministro del paese cui era quest’anno affidata la presidenza del G7. Intestandosene il risultato a prevalenti fini interni.

Un’affermazione decisamente fuori luogo, specie se associata alla pretesa che “ci venga ora riconosciuto il ruolo che ci spetta”. Trascurando come ne sia emerso anche che il suo governo è ancora sub-judice, agli occhi degli interlocutori stranieri, francesi, tedeschi, britannici, persino americani, alle prese anch’essi con delicati periodi post- e pre-elettorali. 

Stupefacente è pertanto che il documento finale non sia stato come al solito debitamente finalizzato in anticipo. Lasciando spazio a screzi, enfatizzati dalla stessa padrona di casa, su questioni collaterali, anche se rilevanti, che hanno oscurato la piattaforma comune da ribadire rispetto alla Russia, la Cina, il Medioriente, l’Africa.

Il G7 non è, né ha mai voluto essere, la cabina di regia delle questioni mondiali. L’importante, specie di questi tempi, è che esprima ricorrentemente il comune denominatore fra le principali nazioni occidentali, cui altri protagonisti internazionali sono invitati ad associarsi. Per tacere degli invitati d’onore Zelenski e Francesco.

Nell’attuale difficile momento di transizione internazionale, dovrebbe infatti avere lo scopo principale di  stimolare il G20, in una concatenazione che possa servire da motore di (ri)avviamento delle Nazioni Unite, emarginando quel BRICS che Russia e Cina vorrebbero contrapporgli. India, Brasile, Sudafrica, erano infatti stati invitati ad assistere ai lavori e stabilire utili contatti bilaterali.  

Essenziale a tal fine avrebbe dovuto essere soprattutto l’espressione di una fattiva solidarietà fra i quattro europei che si vorrebbero trainanti, dei quali è stata invece esibita la diversità degli attuali umori. Si sarebbe dovuto in altre parole ‘volare alto’, mentre gli organi di informazione sono stati, come al solito, prodighi di informazioni mondane.   

L’Italia ha potuto esibire le sue bellezze ambientali e prelibatezze gastronomiche, ma ha perso ancora una volta l’occasione per dare una più elevata contezza di sé, l’utile interlocutore che i tempi richiedono.

Altri importanti appuntamenti internazionali, da Lucerna a Bruxelles a Washington, metteranno alla prova il governo tuttora claudicante di una nazione, che nel confronto con il resto del mondo occidentale ha sempre trovato le ragioni del consenso interno, ancora e sempre da conseguire. 

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