Allarmi (all’armi?)

di 6 Maggio 2024

Nell’imminenza del voto che inciderà sul suo futuro, sfidata da due guerre ai propri confini, confrontata alla conseguente necessità di dotarsi di una fisionomia più riconoscibile ed incisiva, l’Unione europea continua a cercarsi.

Nell’illusione che l’Italia sia tuttora quella di Spinelli, ha affidato a Draghi e Letta il compito di riferire sulle sfide che l’attendono in termini di competitività e mercato unico. Macron si è invece ancora una volta intestato quello di evocarne le esigenze di ordine politico, specie in materia di difesa e sicurezza.

Che la Francia si eriga ad alfiere delle fortune europee non può sorprendere: ne va della sua ‘grandeur’, collegata anche al ruolo che le compete come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. A tale condizione, nell’incertezza di un comune impegno europeo, corrisponde l’eventualità di inviare proprie truppe in Ucraina; una determinazione che lo affianca al Regno Unito, l’altro membro permanente europeo liberatosi dagli intrichi dell’UE. 

Che il nuovo periplo europeo del cinese Xi, oltre a Belgrado e a Budapest, includa Parigi dove incontrerà anche la Presidente della Commissione, rappresenta un riconoscimento non indifferente alla funzione della Francia in Europa. Eppure, Germania e Italia, sia pure da postazioni diverse, faticano ad affiancarne l’impulso. 

Non di una “Europa potenza”, militare, si dovrà tuttavia trattare, come Macron magniloquentemente afferma, quanto di una ”Europa potere”, politico, per la pratica improponibilità di un esercito comune. Mentre possibile e necessario è il recupero del ruolo che può svolgere nella gestione delle crisi. Anche a scopo di dissuasione, se non di sola persuasione. Ad opera degli Stati membri che più credibilmente possano presentarsi sulla scena internazionale.

Situazioni tutte la cui rilevanza continua a sfuggire ai nostri governanti, distratti dalle polemiche interne a fini meramente elettorali. Amplificate dai nostri soliti incompetenti, altisonanti, Soloni. Quale il fisico teorico Rovelli che si avventura in questioni che non conosce, sentenziando che “l’Italia è totalmente allineata ai più bellicosi… soffia sul fuoco, è uno dei primi esportatori di armi al mondo [sic!]… che ha preso il comando di operazioni militari contro lo Yemen [sic!] non autorizzate dalle Nazioni Unite”. 

Dopo ottant’anni di comodo sopore, sfidata direttamente dalla Russia, l’Europa non può continuare a voltarsi dall’altra parte. A completamento della sua dichiarazione di un anno fa sulla “morte cerebrale” della NATO, Macron afferma ora che “la civiltà europea è in pericolo mortale”. Evidente la necessità, per tutti, di tornare a ragionare, a narrare.

Ma, apparentemente, dopo tanti anni di beata incuria, non ci ricordiamo più come si fa.

Facebook Comments Box

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

« »