Il Natale ci ricorda che la luce vince sempre

di 13 Dicembre 2023

“Unicamente nella persona di Gesù Cristo e attraverso di essa divinità e umanità sono unite l’una all’altra, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili”. (D. Bonhoeffer, Memoria e fedeltà)

Carissimi tutti,

nello scorrere veloce delle nostre giornate, nel rapido avvicendarsi dei mesi, anche quest’anno arriva il Natale con la gioia e l’attesa che sempre caratterizzano questa festa. A casa, a scuola, nelle vie e nelle piazze, si accende un tripudio di luci e di decorazioni a illuminare le tenebre di giornate che si fanno via via più brevi, fino al solstizio d’inverno, quando la luce, impercettibilmente e lentamente, riprende ad avere la meglio sulla tenebra. Ovviamente, queste luci richiamano la luce vera, quella che illumina ogni uomo: se così non fosse, saremmo davanti all’ennesima esaltazione del consumismo della nostra epoca. Invece il Natale ben vissuto è quello di chi ricorda il miracolo di un Dio che si fa bambino, si fa bambino nella povertà, nasce da una donna, nasce in una famiglia che si sostiene con il duro lavoro del papà e della mamma. Et erat subditus illis. Questo Bambino incontra, come primi compagni, un gruppo di pastori laceri, sparuti e raminghi, al duro mondo ignoti, che, sull’onda dell’annuncio dell’angelo, lo riconoscono come il figlio di Dio e, come tale, commossi, lo venerano. Poi verranno i Magi, i sapienti, i dotti, ma i primi a correre verso l’umile grotta di Betlemme sono pastori ignoranti, sporchi, reietti dalla società. Et incarnatus est

Allora, il mistero dell’incarnazione ci fa cogliere, ancora una volta, la bellezza primigenia dell’umanità e, dall’altra, la drammaticità di quelle situazioni in cui l’uomo, per propria responsabilità, ne annulla la bellezza. Chi è quest’uomo? 

È l’uomo che usa la forza e muove guerra ad un altro uomo e pervicacemente si ostina a non trovare vie di pace,

è l’uomo che approfitta della debolezza materiale, culturale, spirituale dell’altro per poterlo sfruttare e asservire,

è l’uomo che distrugge l’altro uomo con la menzogna, la mormorazione, l’invidia,

è l’uomo che fa di tutto per sfruttare le risorse del pianeta a vantaggio suo e di una ristretta cerchia,

è l’uomo che usa la propria posizione sociale per affermarsi a scapito degli altri.

Invece, il Natale ci ricorda che la luce vince sempre e trasfigura la realtà affinché ci siano ancora

uomini e donne che lavorano perché ci sia pace tra i popoli e le nazioni,

uomini e donne che si sforzano per eliminare qualsiasi forma di povertà,

uomini e donne che riconoscono le qualità dell’altro e le fanno fruttare,

uomini e donne che rispettano il pianeta e fanno uso delle risorse naturali in modo responsabile, pensando alle generazioni future.

E, nella luce del Natale, desidero porre il desiderio che sia riconosciuta a tutti i genitori, in Italia e nel mondo, la libertà di scelta educativa, perché possano scegliere la scuola per i loro figli, perché possano collaborare alla realizzazione del progetto educativo che hanno scelto per loro. Solo questa garanzia può dare nuovo impulso per realizzare una scuola nuova, capace di intercettare i bisogni e le urgenze della realtà e di trovarvi un rimedio. E non posso evitare che il mio pensiero non vada alle donne vittime della violenza: la scuola può fare molto, ma solo se può contare sulla collaborazione di genitori convinti del proprio ruolo educativo nei confronti della prole.

Allora il messaggio del Natale diventa, anche per i non credenti, un messaggio di grande speranza, un messaggio di fiducia nell’umanità, un appello alla responsabilità, personale e collettiva, perché l’uomo sia realmente all’altezza della propria umanità.

Forte di questa speranza porgo un fraterno augurio di Buon Natale a tutti voi, con affetto, stima e preghiera.

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