La Cina è vicina?

di 20 Novembre 2023

L’importante è che Biden e Xi si siano visti, si siano guardati negli occhi: “è fondamentale che tu ed io ci capiamo chiaramente” ha esordito Biden.

In un mondo apparentemente disgregato, corroso da sovranismi e populismi, di nuovo in preda al primordiale istinto di sopraffazione, i protagonisti sono diventati gli Stati Uniti in regressione e una Cina emergente. Ex oriente lux, come si diceva già nell’antica Roma?

Nella riscoperta degli interessi condivisi se non comuni.Se la Pax Americana ha fatto il suo tempo, il contributo di Washington permane evidentemente necessario, in Ucraina come in Medioriente. Ma deve riuscire a fungere non più da ‘deus ex machina’, bensì piuttosto da magnete, da forza aggregante. Rispetto al quale il concorso di Pechino potrebbe rivelarsi determinante. In un nuovo bipolarismo, un inedito G2.

Fra America e Cina il rapporto da calibrare non è più tanto, come quello della Guerra fredda, di ordine militare (“il pianeta è abbastanza grande per contenerci entrambi” ha dichiarato Xi) quanto di competizione economica e tecnologica, nel quale consiste appunto la ‘guerra ibrida’ che ne ha preso l’eredità (“il protezionismo pesa sull’economia globale”, ha ammesso ai magnati di Silicon Valley). È da essa che dipenderanno i nuovi equilibri globali. 

Significativo anche è che Pechino ritenga utile continuare a proporsi come mediatore in Medioriente. La presenza cinese a livello globale dopo millenni di ‘piede di casa’ andrà gestita accuratamente, specie nell’ambito di un Consiglio di Sicurezza da rivitalizzare. Prescindendo da una Russia che sembra aver perso l’orientamento, e sollecitando il ‘sud globale’ (già ‘terzo mondo’), arabi compresi, relegato troppo a lungo ai margini della scena globale.

La stessa Europa è sollecitata a fornire il proprio contributo, definendosi più accuratamente. In tal senso potrà pronunciarsi anche l’imminente ‘piano d’azione’ italo-tedesco, destinato a completare il Trattato del Quirinale con la Francia, nella costruzione di un triangolo essenziale per la funzionalità e credibilità dell’Unione. 

In un mondo globalizzato, si tratta di superare non soltanto l’antica contesa fra coesistenza e antichi risentimenti, ma la stessa regressione verso populismi nazionalistici. Mentre da un lato l’Iran si tira indietro dal groviglio mediorientale, agli antipodi l’Argentina è ripiombata nel populismo del quale si era appena liberato il Brasile. E tutti attendiamo con apprensione l’esito delle presidenziali americane dell’anno prossimo.

I segni di rinsavimento rimangono episodici, richiedendo pertanto un punto di riferimento, detto ‘leadership’, più stabile. Con la Cina al posto della Russia?

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