Indecifrabile

di 11 Settembre 2023

Dal rapporto (presumibile) di un Ambasciatore occidentale accreditato a Roma, al proprio governo:

“Più che ancora e sempre ambigua, la situazione interna e internazionale dell’Italia sta diventando indecifrabile.

La ‘fase Draghi’ avrebbe dovuto servire da protezione esterna di un riassestamento interno fra partiti politici in corso di riorganizzazione. Così non è stato, tutt’altro. Sprecata si sta anche rivelando la disponibilità del Commissario europeo Gentiloni a fungere da angelo custode e da ammonitore della nostra coscienza, che il Governo accusa invece di scarso patriottismo.

Una nazione che non ha mai fatto pienamente i conti, né preso coscienza del proprio passato, lontano o recente. Liquefattasi, si direbbe, in una fase di transizione che dovrebbe invece richiedere una più precisa identificazione del da farsi, nella propria collocazione geo-politica.

Un’inedita nuova coalizione governativa di destra che fatica palesemente a coagularsi, e pertanto a definirsi, all’interno come verso l’estero; un raggruppamento di opposizione alla ricerca di sé stesso; un centro sempre evanescente; un Primo Ministro che si aggrappa ostentatamente all’America, ma perde l’indispensabile aggancio a Bruxelles, con cui continua a polemizzare. I populismi speculari, a destra e a sinistra, confondono i rispettivi schieramenti.

Ne risulta una sterile introversione, dopo decenni in cui l’Italia si è invece avvalsa passivamente della solidarietà dei suoi partner e alleati. Sopravvissuta negli interstizi della politica altrui, inconsapevole del proprio interesse nazionale, la pretesa sovranità nazionale ha così perso consistenza. Più che mai, al giorno d’oggi si è non quel che si afferma, bensì come si appare.

Nel momento in cui si accumulano i fattori traumatici, interni e internazionali, dei quali la comunità internazionale fatica a prendere le misure, compare un’Italia indifferente, incurante delle cose di questo mondo, politicamente analfabeta. Mal riconoscibile, e pertanto priva della credibilità necessaria per far valere le proprie ragioni.

Sulla quale la stessa Europa deve però comunque continuare a far affidamento.“

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