Corrosiva italica superficialità

di 4 Settembre 2023

Mentre la dura realtà del mondo esterno prosegue imperterrita, l’Italia si trastulla con le esternazioni del Generale Vannacci (omen nomen!), rivelatosi un ulteriore tassello di quell’opera di inquinamento mentale che trova da noi terreno fertile (altro che libertà di opinione!).

In bella mostra compare ad esempio in libreria il pamphlet di uno dei tanti improvvisati storici americani, dal titolo alquanto esplicito: “Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina”. Il volume consiste in un florilegio delle affermazioni che anche in America imputano all’Occidente una politica deliberatamente rivolta ad umiliare la Russia, e che Putin non può non aver “percepito” come un’aggressione.

Il perno dell’insistente argomentazione dell’autore è la promessa di Bush di ‘non allargare’ la NATO, trascurando che essa fu fatta a Gorbaciov quand’era Presidente dell’Unione Sovietica, proprio per assisterlo nel scongiurarne la disintegrazione. Cosa che invece poi avvenne per iniziativa di Eltsin, costringendo Gorby alle dimissioni. Dopo di che la Storia europea ha preso un altro corso, di cui la Russia non ha saputo o voluto tener conto.

A renderne meglio incisiva l’argomentazione, l’edizione italiana si avvale della prefazione dello storico della Grecia antica Luciano Canfora, da tempo erettosi a politologo. Affiancandosi spesso alle esibizioni giornalistiche e televisive dell’Ambasciatrice-romanziera Basile, del professore di ‘sociologia del terrorismo’ Orsini, del critico d’arte Montanari, improvvisati soloni in materia di strategia militare e politica estera.

Con tanti saluti alla determinazione della nostra Primo Ministro nel tener dritta la barra della solidarietà europea ed atlantica. Non siamo ancora alle prese di posizione dell’ungherese Orban a favore di Putin e Trump, ma la deriva è innescata.

Rivelatore della reale successione degli avvenimenti è il ben più scrupoloso e ponderoso volume di memorie dell’ex Ambasciatore sovietico a Roma (poi a Londra e Vice Ministro degli Esteri) Anatoli Adamiscin, pubblicato in italiano dall’editore Fazi, rimasto (ovviamente!) ignorato dalla pubblicistica nazionale.

(Per chi fosse veramente interessato alla faccenda dei rapporti fra Occidente euro-americano e ‘Nuova Russia’, suggerisco il documentato articolo “C’eravamo tanto amati!”, pubblicato dal sottoscritto sul numero di ‘Libro Aperto’ dell’autunno 2005).

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