Il polacco Kapuscinski sosteneva che “l’Occidente, affascinato ma anche spaventato dalla Russia, è sempre pronto a venirle in aiuto, se non altro per assicurarsi la pace. L’occidente alla Russia dirà sempre di sì”.
Da dietro le quinte di un conflitto che non può fornire alcun convincente esito militare, un alto funzionario della NATO e l’ex Presidente francese Sarkozy hanno appena suggerito una soluzione temporanea. L’avevano già evocata i politologi americani Haas e Kupchan (v. mio del 5 maggio scorso).
Si dovrebbe in sostanza trattare di riavvolgere la bobina della Storia alla situazione precedente all’aggressione russa. All’immediato scopo di arrestare la ‘inutile strage’. Lasciando impregiudicate le questioni del Donbass, infiltrato dal 2004, già oggetto delle intese di Minsk del 2014 e ’15, e della Crimea, allora illegalmente annessa da Mosca.
Oltre ad arrestare le sue operazioni belliche indiscriminate, Mosca dovrebbe pertanto rinunciare alla sua proditoria annessione delle provincie di Zaporizha e Kherson, all’evidente scopo di collegare territorialmente la Crimea alla Russia, riducendo considerevolmente l’accesso dell’Ucraina al Mar Nero. Il nodo scorsoio di Mosca attorno ai ‘fratelli’ ucraini si allenterebbe. Ma l’autorità dell’autocrate asserragliato al Cremlino ne sarebbe intaccata. Prova ne sia che il suo confidente Sergei Karaganov continua a chiedersi retoricamente “per quanto tempo può la Russia tollerare la guerra aperta dell’Occidente utilizzando la carne ucraina?”.
Nel frattempo, il Vertice in Sudafrica dei paesi del BRICS non potrà fornire il contrappeso del cosiddetto ‘Sud globale’ auspicato da Mosca. Ha ‘accolto’ altri membri, dall’Argentina, all’Arabia Saudita, all’Egitto, all’Iran, aumentando l’eterogeneità delle rispettive ambizioni nel presentarsi al proscenio di una scena internazionale che va affollandosi. Quod erat in votis,
Dal canto suo l’America continua a rivolgere l’attenzione al Pacifico, costruendo il legame militare triangolare con i suoi alleati del Giappone e Sud Corea, che aveva sinora gestito bilateralmente. Con l’ulteriore coinvolgimento dei partner australiani, neo-zelandesi (e indiani?).
A conferma di quanto la Cina stia sostituendosi alla Russia quale interlocutore strategico essenziale.