La Pasqua e quel contrasto che salva

di 6 Aprile 2023

Il periodo pasquale, preceduto dalla Quaresima, è certamente un momento intenso e importante in Italia, oltre che in molte altre parti del mondo caratterizzate dalle radici cristiane. Penso alle celebrazioni del Triduo e alle diverse forme e tradizioni della pietà popolare. Ovviamente, senza queste radici che affondano nel mistero di Gesù di Nazaret, morto e risorto, neppure avrebbe senso celebrare la Pasqua, se non per i fratelli ebrei, che la celebrano, in prospettiva diversa, da tremila anni.

Di certo la dimensione spirituale di questa bellissima festa oggi appare meno evidente, anche se – sinceramente – l’umanità sta vivendo più o meno consapevolmente una lunga quaresima di sofferenza e inquietudine, desiderando senza saperlo una vita piena, fatta di serenità e di pace.

Non mi soffermo sulle molteplici usanze e consuetudini pasquali di cui il nostro Paese è disseminato: sacre rappresentazioni, processioni, celebrazioni, che culminano nei riti della Settimana Santa.

Forse in questi giorni così intensi ci può essere per tutti, anche per i più lontani, la percezione di una speciale vicinanza del cuore e dell’affetto al Cristo sofferente. Ce lo dimostra l’intensa partecipazione alla Via Crucis del Colosseo, che è seguita in presenza e a distanza da milioni di persone. Indimenticabile quella di papa Giovanni Paolo II sofferente e ormai muto, a cui avevano dato voce le parole infuocate del card. Ratzinger sui mali della Chiesa e sulla necessità di ritornare a Dio che largamente perdona.

Data l’importanza della festa, esiste però tutta una dimensione direi “ludica” e sanamente godereccia, che si intreccia con la gioia della primavera e della natura che rinasce: sagre paesane, cibi caratteristici del periodo, espressioni di gioia attraverso la danza e ovviamente tutto un movimento un po’ consumistico amplificato dalla pubblicità (di dolci, soprattutto!), che trova il suo spazio nel giusto desiderio della gente – cristiani e non – di godersi un periodo di leggerezza e di vacanza. Le scuole chiudono: è il momento favorevole per partire verso le mete più disparate, che soddisfino i gusti più originali per “stare bene”, insieme o da soli. Dopo gli anni della pandemia, in questa Pasqua il desiderio di serenità è alle stelle: tutto esaurito dappertutto, nonostante le preoccupazioni, o forse proprio a causa di quelle: Non est vivere sed valere vita est, la vita non è essere vivi, ma stare bene (Marziale), dove lo “stare bene” si può intendere anche nel senso della serenità psicologica e spirituale abbastanza provata dai tempi complicati che stiamo vivendo. Ben venga, quindi, il movimento benefico dell’economia che gira positivamente, anche se non ne sono chiari gli sviluppi futuri.

Sicuramente un momento di pausa, soprattutto se positiva e ricca di contenuti “umani” di qualità, può giovare ai nostri giovani: un’esperienza familiare o con gli amici, la visita ai nonni lontani, una veloce ma intensa immersione in ambiente naturalistico, un breve viaggio culturale alla ricerca delle bellezze artistiche del nostro Paese, una semplice pausa dal ritmo quotidiano, per cui tutta la famiglia può sedersi attorno ad una tavola pasquale, non dico ricca, ma almeno “colorata”… Tutto questo è a mio parere l’espressione migliore di quel legittimo desiderio di serenità e di pace che questi giorni esprimono e che i giovani recepiscono in modo talvolta contraddittorio. “Che c’è di allegro in questo maledetto paese?”. Proprio l’inquietudine interiore, in contrasto con il momento di festa del paese che accoglie il cardinale Federigo Borromeo, è la scintilla che accende l’animo dell’Innominato e lo salva.

Forse la Pasqua, con tutto il suo carico di mistero e di sofferenza ma anche di leggerezza e di serenità, di colore e di speranza, può costituire un’apertura di positività per chi non intende arrendersi di fronte alle difficoltà presenti e future.

E’ il momento dei giovani: ci sia anche per loro il momento della lotta, della difficoltà, ma non manchino per loro adulti responsabili che diano loro il gusto del bene e del bello, e della durata senza limiti, in prospettiva, di questa condizione, a partire dalla famiglie e dalla scuola. Il messaggio della Pasqua è straordinario: per un verso ci insegna che noi uomini siamo limitati, anche se pensiamo di non esserlo, dall’altro ci mostra la via per superare ogni limite e ogni fragilità nell’apertura all’Altro, in una dimensione che ci supera completamente.

Ecco, mi auguro che i giovani possano percepire questa dimensione spiazzante e non perdano la straordinaria occasione di riflessione che la Pasqua garantisce: un quadro, una statua, un affresco, un’architettura classica possono essere le scintille che innescano il fuoco dell’Altro.

Facebook Comments Box

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

« »