Milano, 16 Dicembre 2022
Carissimi tutti,
l’avvicinarsi del Natale diventa per me l’occasione di scrivere a Voi tutti per rivolgere un caloroso saluto e un affettuoso augurio. Il Natale, più di ogni altra Festa, segna un punto fermo nei calendari così fitti delle nostre vite, spingendoci a guardare indietro e, contemporaneamente, a guardare avanti. Se guardiamo indietro, ci accorgiamo che lo scorso anno, proprio di questi tempi, eravamo ancora nel pieno della pandemia, tra protocolli e procedure antiCovid. Da lì a poco, a febbraio, sarebbe scoppiata una guerra causata da un Paese, la Russia, che ha violato i confini di un altro Paese, l’Ucraina. L’aggressore e l’aggredito. E questa guerra dura ancora, a distanza di mesi. Alle atrocità della guerra, si aggiungono le preoccupazioni per il rincaro dei costi dell’energia e per l’accoglienza degli esuli: su questo fronte le nostre scuole si sono, come sempre, distinte, grazie anche all’aiuto dei Genitori, dei Collaboratori laici e religiosi, che hanno contribuito con generosità alle spese legate all’accoglienza. Come non rimanere ammirati da tutto questo!
Allora, mentre nelle nostre case si accendono le luci del presepe e dell’albero, mentre le nostre strade diventano un tripudio di luminarie (si tenta una ripartenza positiva soprattutto dal punto di vista dello stato d’animo, seppure con la sobrietà necessaria per essere solidali con quanti soffrono), pensiamo al mistero d’amore di un Dio che si fa uomo, di un Dio che si fa Bambino nella povertà di una grotta ed è adorato da un drappello di miseri pastori che siccome a lor fu detto,/videro in panni avvolto,/in un presepe accolto,/vagire il Re del Ciel. (A. Manzoni, Il Natale). Un simile abisso d’amore e di povertà stride con tanti aspetti delle nostre vite e delle nostre certezze, interpellando ciascuno di noi a porci alcune domande su quale dono vogliamo ricevere in occasione del prossimo Natale.
Penso che tutti vorremmo ricevere il dono della pace, in Ucraina, come nei tanti territori dove vengono combattute guerre atroci ma dimenticate, perché non scalfiscono i nostri interessi economici.
Penso che tutti vorremmo ricevere il dono di una rigenerazione della nostra società, attraverso i suoi giovani, formati a un nuovo umanesimo. “Chiunque segue Cristo, uomo perfetto, si fa lui stesso più uomo” ci dice il Concilio. Essere più uomini vuol dire aprirsi agli altri, costruire relazioni sane, aprirsi alla tutela delle diverse fragilità che caratterizzano la nostra contemporaneità, siano esse economiche, materiali, psicologiche. Allora, vorremmo ricevere il dono di una scuola nuova, rigenerata dalla garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa, una libertà che consenta a tutti i genitori di scegliere la scuola per i propri figli, senza alcuna discriminazione economica. In questo modo il genitore potrà scegliere l’offerta formativa che ritiene più adatta a sé. E così vorremmo il dono di un cuore e di una mente intelligenti, capaci di distinguere tra un’offerta formativa solida e un’offerta formativa basata sulla superficialità.
Come uomini e donne di scuola, come uomini e donne di scuola pubblica paritaria, non possiamo non desiderare tutto questo per noi, per le nostre famiglie, per i nostri studenti. La nostra responsabilità ci chiama ad agire in questa prospettiva.
Mentre vi ringrazio per l’impegno profuso, auguro con gioia a tutti e a ciascuno un Buon Natale e concludo citando alcuni versi, tratti Dall’immagine tesa di Clemente Rebora, che mi sembra colgano la bellezza dell’attesa del Natale: Verrà quasi perdono/di quanto fa morire,/verrà a farmi certo/del suo e mio tesoro,/verrà come ristoro/delle mie e sue pene,/verrà, forse già viene/
il suo bisbiglio.
A tutti, ancora una volta, Buon Natale!
Sr Anna Monia Alfieri
Bravissima Suor Anna Monia, ci sarà tanto da lavorare per ottenere la parità scolastica ed educativa a partire dal recupero dei NEET.
BUON NATALE INSIEME ALLA SUA FAMIGLIA
Fausto Bagnato