Come sappiamo, il Ministero ha emanato le Ordinanze relative alle modalità di svolgimento degli Esami di Stato del Primo e del Secondo ciclo dell’Istruzione. La grande novità, se così si può dire, è il ritorno delle prove scritte, in entrambi gli Ordini di scuola. In particolare, all’Esame conclusivo del Secondo Ciclo, la prima prova sarà unica per tutto il territorio nazionale, la seconda prova, che riguarderà discipline diverse a seconda degli indirizzi, sarà invece predisposta dalla singola sottocommissione. Questa decisione che ha suscitato non poche polemiche è motivata dal desiderio del Ministro di far sostenere ai candidati una prova che corrisponda effettivamente al percorso didattico svolto dagli studenti in tempi di pandemia. A valutare i candidati sarà una commissione formata da docenti interni e presieduta da un commissario esterno. L’Ordinanza dettaglia, poi, le modalità di conversione del credito in cinquantesimi. Il colloquio orale dovrà, infine, prevedere una prima parte nella quale il candidato, a partire da materiali preparati dalla sottocommissione, dovrà dimostrare le competenze acquisite durante il percorso scolastico; a questa prima parte seguirà la presentazione dell’esperienza svolta nell’ambito dei PCTO. Il colloquio si concluderà con la trattazione di un contenuto svolto all’interno dell’insegnamento trasversale di Educazione civica. Questo, dunque, per sommi capi, sarà l’Esame di Stato dell’anno scolastico 2021/2022.
A seguito della pubblicazione delle Ordinanze, il Ministero ha emanato due circolari, rispettivamente in data 28 marzo e 31 marzo. La circolare del 28 marzo ha lo scopo di fornire alcune indicazioni operative circa la predisposizione delle tracce per la seconda prova, la valutazione delle prove d’esame e l’arrotondamento del punteggio, il credito scolastico dei percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello e le modalità di compilazione della relazione che ogni Presidente di commissione dovrà presentare al termine dei lavori. Come si vede, in modo particolare per la redazione della seconda prova scritta, il Ministero ha voluto dare indicazioni chiare, specificando che “le caratteristiche della prova devono essere conformi ai Quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento della seconda prova scritta di cui al Decreto ministeriale n. 769 del 2018”. Ancora. “ Come previsto dalla nota ministeriale 4 ottobre 2018, n. 3050, all’allegato 2, i Quadri di riferimento forniscono indicazioni relative alla stesura delle tracce, ai nuclei tematici fondamentali e agli obiettivi della prova, alle valutazioni delle prove”.
La circolare del 31 marzo ha invece confermato il curriculum dello studente, con il dettaglio delle diverse tappe di compilazione, sia quelle a cura degli studenti sia quelle a cura delle segreterie. Si tratta, come si legge nella circolare, “di un documento di riferimento importante per l’esame di stato e per l’orientamento dello studente”.
Quanto sopra delineato manifesta la volontà del Ministro di non lasciare soli studenti e docenti e di riportare la scuola verso una normalità, verso ciò che è sempre avvenuto ante Covid.
Mi sia consentita, dunque, una riflessione. In tutta sincerità, non riesco a comprendere le polemiche che hanno accompagnato l’iter di approvazione delle Ordinanze, specialmente a seguito dell’anticipazione riguardante la reintroduzione delle prove scritte. Ora, noi dobbiamo capire quale idea di scuola abbiamo e vogliamo realizzare, soprattutto con quali prospettive educhiamo i nostri giovani. Se, infatti, abbiamo l’idea che la scuola debba abituare i giovani al vittimismo, ad una certa idea secondo la quale si ha diritto ad avere degli sconti, sempre e comunque, allora certamente togliamo le prove scritte ma, oso dire, togliamo anche l’Esame di Stato. Al contrario, se la nostra idea di scuola è quella di una istituzione che accompagna i giovani, che si adegua alle diverse circostanze e a queste circostanze sa dare una risposta educativa, allora dovremmo applaudire al ritorno degli scritti. In fin dei conti l’Ordinanza non prevede una seconda prova redatta dal Ministero, né una commissione mista, formata da docenti interni ed esterni. A valutare gli studenti saranno i loro stessi insegnanti che ben conoscono il percorso effettivamente svolto.
Allora, se lo studente è al centro, soprattutto se è al centro la sua formazione, come persona e come cittadino, accogliamo il ritorno delle prove scritte come un ritorno di serietà, come una sfida per il bene degli studenti e del nostro futuro. Attenzione: non che l’Esame degli ultimi due anni non sia stato serio: è innegabile, tuttavia, che le prove scritte infondono all’esame tutto un altro spirito e consentono agli studenti di dimostrare una serie di competenze che il solo colloquio orale non prevede. Pensiamo ancora alla ricaduta psicologica: i nostri preadolescenti e i nostri giovani si abitueranno ad affrontare una prova che precede tutte le altre prove che dovranno affrontare nella vita. Non creiamo nei nostri giovani panico o ansia da prestazione, puntiamo sul percorso che conduce alla prova d’esame, dando loro gli strumenti culturali, metodologici e psicologici necessari a sostenerne l’esperienza. Perché, in fin dei conti, sarà scontato ripeterlo, gli esami non finiscono mai!