In queste ore in cui si stanno discutendo provvedimenti dalla portata storica desidero rivolgere il mio appello a tutte le forze politiche affinché antepongano il futuro dei nostri giovani alle logiche di fazione. Lo vado ripetendo da mesi: è in gioco il futuro del Paese. Ancora una volta dico: il nostro domani dipende da quanto facciamo oggi a favore dei giovani. E, se si parla di giovani, non si può non parlare di scuola tutta, statale e paritaria.
La legge di bilancio si pone già nella direzione di investire nella scuola, statale e paritaria: è auspicabile, pertanto, che gli emendamenti migliorativi presentati da tutte le aree politiche siano approvati.
Tali emendamenti costituiscono un’assoluta novità nel panorama scolastico italiano e vanno realmente verso l’attuazione concreta di diritti fondamentali, quali la libertà di scelta educativa dei genitori e, conseguentemente, la libertà di insegnamento dei docenti. Diritti riconosciuti ma non garantiti.
La crisi della scuola, in atto da decenni ma manifestatasi in tutto il suo dramma durante il covid, va verso una sua graduale, ma radicale, soluzione. Il 2021 certamente rappresenta l’anno della svolta: è chiaro che competenza, credibilità, a livello nazionale e internazionale, e coraggio hanno fatto la differenza e hanno permesso alla scuola italiana di ripartire in presenza, in modo unitario e non a macchia di leopardo, lungo tutta la Penisola. In questa operazione le conferenze Stato – Regione e i tavoli di concertazione hanno fatto la differenza. Il confronto, quello vero, porta sempre risultati positivi.
In Parlamento e al Ministero pare ormai superata quell’ ideologia che, attaccando la scuola pubblica paritaria in quanto ritenuta elitaria e classista, ha di fatto mortificato il pluralismo educativo, rendendo il sistema scolastico sempre più classista. A fare le spese di questo meccanismo così iniquo e miope sono stati i più fragili, poveri e disabili in primis. Nel tentativo sbandierato di non lasciare indietro nessuno, proprio loro, i più fragili, sono stati lasciati ai margini del sistema, sono stati esclusi. Cui prodest?
La pandemia ha però reso i cittadini italiani più consapevoli e attenti verso una classe politica che in queste ore ha un ruolo fondamentale: essa può ostacolare o favorire il cammino che conduce ad una scuola più giusta e più equa e che ha realmente a cuore il futuro dei bambini e delle bambine, dei giovani studenti e studentesse italiani. Sono necessari profondo senso civico e generosità istituzionale; ancora, è necessaria quella competenza che valorizza il sistema integrato e, attraverso la predisposizione di un set informativo, si pregia di quella trasparenza e di quella pubblicità che sono indispensabili per isolare le scuole che agiscono con logiche malavitose. Ovviamente solo un governo sostenuto da un’ampia trasversalità politica ha raggiunto risultati epocali e, ancora, può raggiungere l’obiettivo tanto sospirato.
Un ringraziamento profondo e sincero si leva nei confronti del Ministro BIANCHI, dei sottosegretari, di chi lavora in modo indefesso al Ministero, di tutti gli Onorevoli senatori e deputati che, in questi mesi, hanno scelto di collaborare per il futuro dei giovani. L’ideologia che ha determinato la crisi della scuola è stata ormai bandita: ora è tempo di far entrare nella scuola il fresco profumo della libertà che si nutre di appassionata competenza e impegno scevro da interessi di parte. È l’insegnamento dei politici del passato che hanno reso grande l’Italia. Invito tutti a raccogliere questo insegnamento e a farlo diventare realtà.