“America is back!”

di 22 Febbraio 2021

Dopo la caotica parentesi trumpiana, la Storia ha ripreso il suo cammino. Un avvenimento del quale il nostro nuovo governo ha preso buona nota.

Le annuali riunioni del G7 e della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, svoltesi entrambe ‘a distanza’, ne hanno registrato la premessa necessaria. Con l’annuncio del ritorno dell’America, riassumibile nella formula “leadership and cooperation”. Un’assicurazione e un’esortazione che il Presidente Biden ha rivolto urbi et orbi, oltre l’ambito del rapporto transatlantico.

Della Russia e della Cina, accusate di avere “strategie diverse e agende parallele”, Biden ha fermamente dichiarato ‘inaccettabili’ le ‘guerre di influenza’ praticate con le loro attività di disinformazione ed interferenza, delle quali dovranno rendere conto. [Quanto al come e quando, “ogni cosa a suo tempo” ha precisato il Segretario di Stato Blinken].

La Russia, ha precisato Biden, “usa la corruzione [un assist a Navalny] per minare l’Alleanza Atlantica” [nel tentativo, di marca sovietica, di dividerne le sponde]. Andrà inoltre salvaguardata l’integrità territoriale dell’Ucraina [chissà come].

Quanto alla Cina, ha detto che “gli abusi economici e la coercizione interna minano le fondamenta del sistema internazionale”. [Gli alleati nell’Indo-Pacifico ne ottengono un’iniezione di fiducia].

Più imminente invece la riattivazione dell’accordo sul nucleare con l’Iran: Blinken ha preso contatto con i tre europei co-firmatari, con i quali, ha detto, ‘siamo sulla stessa pagina’. [Un segnale trasmesso anche ad Arabia Saudita e Israele; una prova del nove alla quale anche Mosca e Pechino sono chiamate].

Né è mancata l’ammonizione che “il progresso democratico è a rischio anche in Europa” [un accenno alla stessa Italia?]. Da contrastare nella riaffermazione dei comuni principi, oltre che nell’adozione delle arti ‘soft’, propriamente europee, della diplomazia.

Ne è subito scaturito il solito scetticismo dei nostri mezzi di informazione sulle capacità di reazione dell’Europa, asseritamente minacciate dal distacco britannico, dall’appello di Macron ad una ‘autonomia strategica’ europea, dall’accondiscendenza tedesca verso la Russia e la Cina.

Indicazioni tutte delle diversità di approccio che distinguono la politica estera e di sicurezza europea, delle quali potrà peraltro meglio avvalersi la più articolata politica estera americana annunciata da Biden, rispetto alle diversità dell’assertività di Mosca e Pechino.

Un doveroso omaggio, infine, a Napoleone, del quale si celebra quest’anno il secondo centenario della morte. Da Sant’Elena, ci aveva avvertito: “vi lascio due giganti nella culla, la Russia e gli Stati Uniti” [nell’ordine], con un’aggiunta: “quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà”. La profezia si sta finalmente avverando.

Da Sant’Elena, si lamentò: “Non avevo finito la mia opera: l’Europa sarebbe dovuta diventare, di fatto, un popolo solo, con una legge europea, un sistema monetario unico, pesi e misure uguali, le stesse leggi per tutta l’Europa”. Un progetto che rimane da completare.

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