L’Italia non può continuare a fare i conti senza l’oste, europeo e mondiale; con lo ‘spread’ di credibilità e fiducia che ne consegue. Siamo quelli che sembriamo.
Sulla situazione in Italia, il «Frankfurter Allgemeine Zeitung» scrive: “Purtroppo questo governo, oltre alla gestione del coronavirus, non ha prodotto alcunché in grado di guardare al futuro. Conte voleva distribuire i soldi di Bruxelles in base a calcoli politici e clientelari. Così facendo, l’Italia mancherebbe gli obiettivi del Recovery Fund, volto a favorire le riforme e una maggior crescita”.
Ad un Ambasciatore europeo accreditato a Roma abbiamo peraltro carpito (e tradotto) le seguenti benevole considerazioni inviate alla sua capitale:
“Signor Ministro,
a Roma, siamo in presenza dell’ennesima messa in scena della Commedia dell’arte, della quale gli italiani sono da secoli maestri. In un gioco delle parti che stenta però a definirsi.
Inopportuno, intempestivo sarebbe attribuire gli eventi di questi giorni alle ricorrenti disordinate intemperanze che hanno sempre caratterizzato la democrazia italiana, azzoppata per decenni dall’ingombrante presenza del PCI, anemizzata poi, negli ultimi vent’anni, dal disfarsi della partitocrazia.
Il moto perpetuo dell’ex Primo Ministro Renzi, incurante della generale disapprovazione, lo ha indotto a ritirare il proprio sostegno al Governo, lamentandone l’assenza di carte in regola da presentare Bruxelles, oltre che (sollecitata dalla stessa Confindustria) per affrontare nel più lungo termine le conseguenze economiche e sociali della pandemia.
Fra i miei interlocutori, oltre ai catastrofisti, vi è chi fa valere che il Sen. Renzi:
– dichiarato ‘rottamatore’ della partitocrazia, rigettato dalla medesima nel relativo referendum costituzionale, affossatore del precedente governo Conte per sbarrare la strada a chi, chiedendo i ‘pieni poteri’, si professava orgogliosamente sovranista e anti-europeista.
– abbia questa volta avuto il tacito incoraggiamento di un PD che, partner minoritario nella coalizione governativa, esiti ad esporsi nei confronti della formazione ‘Cinque Stelle’, maggioritaria ma da tempo priva di una cabina di regia;
– abbia inoltre ritenuto di farsi interprete dell’esasperazione crescente di un’opinione pubblica sempre meno rassegnata alle restrizioni dovute alla pandemia, per sottrarla alla presa del populismo dichiaratamente antieuropeo delle formazioni di destra relegate all’opposizione.
Un amico italiano mi dice che Renzi continua a svolgere l’antipatico ruolo del ’Grillo parlante’, la coscienza di Pinocchio nel libro scritto per l’infanzia, metafora dell’indole italiana.
Nel fare pertanto la debita tara alle consuete esasperazioni del dibattito politico italiano, non dovremmo attendere che si chiariscano le cose, che l’Italia si decida. Adoperandoci invece per sollecitare Roma a rimediare alla sua lunga assenza ai tavoli internazionali dove si deciderà il futuro dell’Europa nel mondo. Un’Europa, un Mediterraneo, un’America che, lo sappiamo, dell’Italia non possono far a meno”.