Si faccia un passo avanti. Con coraggio e determinazione. Affinché la maggioranza politica che lo scorso venerdì tre luglio in quinta commissione ha visto raddoppiare i fondi si ripeta nell’approvare gli emendamenti del mondo della scuola paritaria.
Il prossimo 21 luglio 2020 si terrà la 242a Seduta Pubblica e dal sito del Senato leggiamo i testi (http://www.senato.it/2767) delle due Mozioni – depositate ad oggi e rese pubbliche dal sito del Senato – e che saranno oggetto didiscussione e di voto.
In questi mesi, 130 giorni di maratona per la famiglia, è evidente che tutti quanti abbiamo contribuito a riscrivere la grammatica della scuola italiana e finalmente abbiamo abbattuto tutti i pregiudizi sulla scuola paritaria.
Difatti la Mozione sulle Scuole Paritarie del Movimento 5 Stelle, prima firmataria la Sen. Granato (Mozione 1-00256 – 16 luglio 2020)http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1160798 finalmente riconosce, ex lege che pubblica è la scuola paritaria come la statale, che la parità è concessa ai sensi di legge, che ci sono una serie di controlli obbligati da parte dello Stato per il mantenimento o la revoca della parità. Dunque non sono nè reprobi nè avvoltoi i 180 mila dipendenti delle scuole pubbliche paritarie, i 900 mila allievi e le loro famiglie denigrati. Questa mozione riscatta 12 mila scuole paritarie e fa un buon servizio alla verità.
Questo importante risultato è stato raggiunto grazie alla strategia del dialogo con tutte le forze politiche, un dialogo fondato su un confronto scientifico e documentato che ha consentito di chiarire le ragioni sulle quali si regge il sistema scolastico italiano, un sistema integrato perché composto da scuole pubbliche statali e scuole pubbliche paritarie.
Conseguenza del confronto è la soddisfazione con cui si registra che nella Mozione dei 5 Stelle questo principio non è più messo in discussione.
Va riconosciuto che le premesse della Mozione sono giuridicamente fondate: per questo possiamo e dobbiamo ritenerci soddisfatti, come certamente potranno ritenersi tutte le forze politiche che, all’opposizione e al Governo (PD-IV-LEU), hanno chiesto con noi, dagli scranni del Parlamento come dalle piazze, la garanzia della libertà di scelta educativa della famiglia e la conseguente salvezza della scuola statale e paritaria.
Ma dopo la luce ecco la tenebra: la Mozione chiede al Governo di adoperarsi a inserire tutta una serie di controlli sulle somme destinate alle paritarie.
Si ribadisce che il capitolo dei controlli è ampiamente all’ordine del giorno e non solo “opportuno” come recita la mozione: “considerato che: nel contesto delineato, in primo luogo ai fini del rispetto dei principi di legalità e buon andamento, appare del tutto opportuno estendere anche alle scuole paritarie le norme in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni, ai fini di garantire maggiore conoscibilità e trasparenza nella gestione di tali istituti (fermi restando le verifiche amministrative già previste dalla normativa vigente esposta); difatti, come già avviene per le scuole statali ai sensi della disciplina introdotta a partire dal 2013 dal cosiddetto “decreto Trasparenza”, assolvendo le scuole paritarie private e degli enti locali ad una funzione di natura pubblicistica, pare opportuno assoggettare anch’esse al rispetto di taluni obblighi di pubblicità e trasparenza, con lo scopo prioritario di “favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.
Attraverso questo Focus esclusivo “Analisi delle due mozioni sulle Scuole Paritarie” spieghiamo in punta di diritto e di economia, le due gravi incongruenze rispetto allo stato di fatto, i controlli invocati sono già attivi da anni anche per la scuola paritaria.
Pertanto per fare un passo in avanti significativo è da auspicarsi che la maggioranza politica che abbiamo registrato in questi mesi al capitolo scuola veda le opposizioni FDI-FI-LEGA-UDC-NCI-Cambiamo con le forze al Governo PD-IV-LEU e ci auguriamo qualche membro dei 5 Stelle, il 21 luglio 2020 votare favorevolmente la seconda mozione (pubblicata sul sito del Senato).
Mozione (1-00232 -12 maggio 2020) Bernini, Malan, Gallone, Binetti, Lonardo (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1151710)
Se davvero si vuole rilanciare la scuola italiana e formare studenti critici, la via è molto semplice e le soluzioni servite da 120 giorni al premier:
1^ – Creiamo le condizioni perché la scuola sia veramente buona per tutti: per farlo bisogna chiarire realmente che rapporto vuole avere lo Stato Italiano con la scuola. Questo è un punto imprescindibile. Garante? Controllore? Gestore unico?
2^ – E’ necessario quindi agire ora, non ad agosto con misure di emergenza che risulterebbero inutili oltre che dannose. Nelle emergenze per agire occorre unirsi, stringere alleanze, abbattere i muri dell’ideologia.
Le Linee guida parlano di – “Patti di comunità”: benissimo. Scuola pubblica, statale e paritaria, unita per ricostruire gli Italiani e la loro cultura. Le 12.000 scuole paritarie hanno spazi, aule pronte, teatri, palestre non solo per i 900 mila allievi che le frequentano ma anche per una buona percentuale dei 7 Mln di studenti delle scuole statali. – “Autonomia” per i dirigenti della scuola statale. Autonomia non significa però imparare l’arte di arrangiarsi. I dirigenti della scuola statale potranno finalmente avere l’autonomia ma senza strumenti, ossia le risorse: un fallimento annunciato.
E la scuola ripartirà davvero in sicurezza. Nel contempo il sistema scolastico italiano diventerà di qualità perché più equo.
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