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Enzo Di Nuoscio Flavio Felice
Siamo giunti alla quarta puntata della serie dedicata all’Economia Sociale di Mercato, guidati dal volume antologico Moneta, sviluppo e democrazia. Saggi su economia sociale di mercato teoria monetaria, a cura di Francesco Forte, Flavio Felice e Enzo Di Nuoscio (Rubbettino, 2020).
Con il presente articolo vorremmo iniziare a presentare lo specifico contributo della teoria ordoliberale, nell’incontro con l’Economia Sociale di Mercato e con la Scuola Austriaca dell’economica, alla teoria monetaria.
Il volume contiene tre saggi di Walter Eucken, generalmente riconosciuto come il padre della Scuola di Friburgo, un saggio di Friedrich August von Hayek, che si distingue da tale scuola, ma con la quale ebbe modo di dialogare durante tutto l’arco della sua vita intellettuale. Dal 1962, il futuro premio Nobel austriaco si trasferì nella città tedesca e i rapporti s’intensificarono, fino al punto che, secondo l’opinione di buona parte degli storici del pensiero economico, è quasi impossibile pensare all’Economia Sociale di Mercato, senza tener conto del contributo di Hayek.
Il volume si completa con le opere di due importanti esponenti ordoliberali che proseguirono l’opera di Eucken: Leonard Miksch e Friedrich A. Lutz, e degli economisti contemporanei Lears P. Feld, Ekkeard A. Köhler, Daniel Nientiedt. Come abbiamo già avuto modo di dire, l’Ordoliberalismo esprime un tratto caratteristico dell’economia politica tedesca e del dibattito politico che da essa si è sviluppato, investendo il processo d’integrazione economica e monetaria europea.
Nei Grundsätze der Wirtschaftspolitik Eucken individua otto “principi costitutivi”e quattro “principi regolatori” che delineano il contorno di tale “politica ordinamentale”. Perché si abbia un ordinamento conforme alla libertà è necessaria l’implementazione di un principio-base: un efficace meccanismo per la formazione dei prezzi. Qualsiasi intervento politico che si mostri difforme rispetto a tale proposito, come ad esempio la formazione di monopoli e il controllo sui cambi, esulerebbe dalla politica ordinamentale e non dovrebbe avere cittadinanza nella politica economica di un paese ad essa ispirato.
Se il primo principio esprime la condizione ideale perché si abbia una politica ordinamentale conforme all’economia di mercato (l’alternativa sarebbe l’economia regolata), il secondo principio riguarda il “primato della politica monetaria”. Nella prospettiva di Ordo, essa esprime lo strumento mediante il quale la politica ordinamentale promuove la difesa della stabilità del valore della moneta. L’idea che ha mosso tanto i primi autori ordoliberali, quanto gli epigoni del secondo dopoguerra, generalmente noti come i padri dell’Economia Sociale di Mercato, come ad esempio Wilhelm Röpke e Müller-Armack, era che, tanto l’inflazione quanto la deflazione, fossero la causa di un processo di disallineamento tra le relazioni di prezzo dei beni e servizi, provocando una distorsione nel calcolo di costo da parte degli operatori economici.
Scrive Röpke: «A partire dal 1933 il nazionalsocialismo tedesco dimostrò che un governo deciso a tutto è in grado di trasformare una inflazione aperta in una inflazione nascosta, nella quale, con una economia manovrata totalitaria (economia manovrata dei cambi, razionamento, blocco dei prezzi e dei salari, disciplina del consumo, controllo dei capitali e degli investimenti e tutte quelle misure atte a impedire il libero uso del denaro esuberante), si potrà evitare, finché va bene, la pressione della inflazione sui prezzi, sulle paghe e sul corso dei cambi».
La proposta di Eucken è la formazione di un meccanismo automatico di stabilizzazione dei prezzi, mediante uno standard fisso collegato a un bene di riferimento. Per questa ragione, Eucken fu particolarmente critico nei confronti degli accordi di Bretton Woods a causa del «loro compromesso tra diversi ordini monetari nazionali ma senza l’automaticità normativa e la stabilità dei prezzi e delle valute rispetto a uno standard fisso, come la parità con l’oro che vigeva nel XIX secolo».
Il problema della teoria monetaria posto da Eucken, dall’Ordoliberalismo e dall’Economia Sociale di Mercato, centrale nella politica monetaria dell’Unione Europea, necessita di trattare insieme i due momenti che determinano la coordinazione dei piani individuali: la forma di mercato e il sistema monetario, e di tenere in debita considerazione la loro mutua dipendenza. Alla base c’è il problema di mantenere la stabilità monetaria, scongiurando che si manifestino le “malattie della moneta” (inflazione e deflazione), evitando che essa sia asservita alla volontà del “principe”.